
“Trentanove anni. palermitana. Dodici anni di carriera in Polizia, dei quali i primi sei consacrati all’antimafia, e un curriculum costellato di casi brillantemente risolti. Dopo tre anni passati a Milano…, da undici mesi il vicequestore aggiunto Giovanna Guarrasi, per gli amici Vanina guidava la sezione Reati contro la persona della squadra Mobile di Catania.”
“E Catania invece? Catania è un toccasana, – rispose Vanina, d’istinto. Non sapeva come le era venuto, ma in fondo era quello che pensava. – E’ una città che trasmette energia. Io sostengo che la colpa – o il merito , dipende da come la vedi – sia della montagna. Tutta quella attività sotterranea, la terra che ti ribolle sotto i piedi. Un uomo non se ne può accorgere, però penso che qualcosa faccia.”
Al vicequestore Guarrasi e al suo modo di buttarsi “anima e corpo” nelle indagini ci si appassiona dopo poche pagine di lettura. Quelle “rogne” che a lei tanto piacciono, che la impegnano e la divorano coinvolgono a tal punto il lettore da togliere il sonno ad entrambi!!
Il vicequestore ama il vecchio cinema italiano, meglio se d’autore, passione che condivide con l’amico Adriano Calì, medico legale. Ama il buon cibo che spesso Bettina, la vicina di casa, le fa trovare amorevolmente pronto. Non si fida completamente dei suoi sottoposti, ma nutre una grande stima per l’ispettore capo Carmelo Spanò, che la coadiuva nelle investigazioni e per Biagio Patanè, anziano commissario in pensione e memoria storica della questura catanese
Vanina, (per gli amici!) è un personaggio affascinante e umanamente coinvolgente: è una donna che deve fare i conti con un passato doloroso che l’ha profondamente segnata “Perché cosa significhi vedere una persona che ami morire ammazzata l’ho imparato a quattordici anni…” che cerca di sfuggire (inutilmente, per sua stessa ammissione) a quello che il presente potrebbe nuovamente procurarle:
“Ma non avevo calcolato che dire addio non recide alcun legame, se il legame è saldo come era il nostro. E non protegge da nessun dolore. E’ un sacrificio inutile.”
Eppure uno spiraglio sembra far breccia anche nella corazza più dura…”per non rischiare di rimanere infelici a vita”.
“…quando uno cede ai sentimenti e inizia a far fatica a ignorarli, prima o poi finisce che deve prenderne atto. Questione di tempo.”
Imperdibili entrambi i romanzi. Buona lettura.
Cristina Cassar Scalia “Sabbia nera” Einaudi (2018) / “La logica della lampara” Einaudi (2019)