10 Dicembre 2021

“Lo chiamano esordio, come l’esordio di una cantante o di una scrittrice, come se ci fosse un futuro luminoso che attende. una strada in discesa pronta a farsi percorrere. Qualcosa di bello e nuovo che si mostra a tutti.

Avevo sentito tutta d’un colpo la sua fragilità e non volevo che qualcosa di simile alla consapevolezza del tempo e delle sue offese passasse anche a lei. Così avevo parlato di dalie.

Perché zia Camilla con i fiori era bravissima. E anche a fare le torta sabbiosa con la marmellata di rose…e a cucire le sue gonne a pieghe…e a cucinare il risotto…e a fare l’ortogiardino…

Così era zia Camilla. Brava in tutto e generosa.

Poi arriva l’esordio.

C’era un odore entrando. Odore di polvere…

L’interno del frigorifero un unico blocco compatto di cibo di ogni età e tipo…

Dalla celletta del ghiaccio scendevano delle pagine in parte incollate sul fondo del frigorifero, era una copia di Famiglia Cristiana.

Si legge in cerca delle cure, che ci sono, ma invece anche no perché non si guarisce.

Un farmaco che inverte il corso dell’esordio. Riavvolge l’esordio e puf, mai esistito.

Non era ancora capitato niente, quasi niente di quello che si trovava descritto.

Proprio quasi niente.

Solo il cappotto in un giorno di sole.

Non era mia madre ma io ero sua figlia.

Zia Camilla non aveva avuto bambini ed io ero nata di troppo.

Se è sveglia quando arrivo le racconto di Teo… dei ragazzi che sono bravi, ormai grandi ed indipendenti.

Lei ascolta.

– Sei fortunata ad avere figli – dice.

Poi si ferma. Credo si chieda se le ne ha o no. La prima frase è quella di sempre, è sicura che va bene, ma poi le arriva il dubbio e non continua.

Allora continuo io.

– Tu non ne hai avuti zia Camilla, ma ci sono io l’Andreina -.

– Ti voglio bene e ti porto nel mio cuore -. Mi stringe la mano e si addormenta.

Ho anche spesso pensato come definire quei giorni che non sarebbero passati alla storia, trascorsi a giocare a carte, cantare vecchie canzoni…a bere tè verde alla menta…

Erano giorni felici, questo è tutto. Fatti di tempo presente che nessuno ha più. Tempo che non correva avanti strizzato da quel che sarà da fare. pieno di senso perché era allegro. Di libertà. Senza programmi. Gli orologi dalle lancette obbedienti solo alla nostra improvvisazione…

Zia Camilla ci regalava la vita come dovrebbe essere.

Sei stanca zia Camilla?

Sì.

Allora vai.

Vado?

Sì.

Ti voglio bene e ti porto nel mio cuore.”

Mariapia Veladiano- ADESSO CHE SEI QUI - Guanda

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