
“Sono solo donne, quindi creature fragili vanitose, pettegole, tutte nervi, incapaci di nuocere ma anche di tenere un segreto, destinate a sposarsi, buone solo a fare figli, a servire, a decorare i salotti, a dar piacere al maschio, gratis o a pagamento, Le contadine poi, cosa vuoi che capiscano? semianalfabete strappate alla scuola per faticare a sostegno della famiglia. Come le operaie delle filande, dei tabacchifici, delle fabbriche tessili, muli da sfruttare…E loro zitte con la furbizia di Penelope trasmessa di generazione in generazione, maturata nei pensamenti di milioni di donne intelligenti, anche se non hanno potuto affinarsi sui libri. Mai rassegnate, sorridono, dissimulano, fanno spallucce. Sanno come cavarsela all’occorrenza. Ognuna a modo suo. Arte antica, puro teatro…Non è mai successo prima che le donne entrassero in scena da protagoniste. Non così numerose, e di ogni condizione sociale.”
Benedetta Tobagi ci racconta ne “LA RESISTENZA DELLE DONNE” una costellazione incredibile (come lei stessa le definisce in un’intervista) di figure femminili. Sono donne appassionate, vitali, molto sincere, che “in larghissima parte di politica non si erano mai interessate”, ma che in un momento di grande crisi irrompono sulla scena: “E’ stata una cosa naturale. Ho fatto quello che c’era da fare”. Le “invisibili” dopo l’8 settembre entrano in scena per “coprire con le sottane”(citazione tratta da i Piccoli Maestri di Luigi Meneghello) i loro uomini. I modi con cui decidono di combattere sono svariati: armate, disarmate, sulle barricate (come a Napoli), staffette, presenze attive dei Gdd.
“Nei Gdd (gruppi di difesa della donna), le donne imparano quali sono i loro diritti e acquisiscono strumenti nuovi per leggere la realtà, perché il loro obiettivo finale trascende la guerra in corso: vogliono costruire una società più giusta – anche per se stesse.”
“…che si cucinasse, si cucissero divise si sparasse o si tenessero i collegamenti, avevamo fatto il gran salto materiale, dalla ordinaria vita quotidiana in famiglia a quella spericolata e massimamente incerta della guerra. Dalla tradizione della ragazza in attesa di marito alla trasgressiva esistenza in mezzo a bande di ragazzi in guerra. In guerra noi stesse…Una sconfinata libertà stava davanti a noi e il nostro entusiasmo, la nostra ingenuità ci conducevano verso fantasie in cui altri mondi, altri rapporti, altri sensi da dare alla vita ci apparivano come certezze…C’era stato il capovolgimento del nostro mondo. -Marisa Ombra-
Il volume dà voce a queste donne autentiche, indomite anche se piene di conflitti interiori, che per decenni sono rimaste escluse dalla storia e dai racconti dei loro compagni di lotta uomini che, pur dovendo loro la vita, spesso o non le ricordavano o ne conoscevano neppure i nomi.
“Allora, io vorrei…io vorrei che qualche giovane studente, senza distinzione di sesso, non facciamo discriminazioni, volesse fare oggetto di studio quello che è stato il movimento femminile durante la Resistenza, dall’8 settembre al 25 aprile, per arrivare poi a vedere quella che è stata l’azione delle donne uscite dai Gruppi di difesa e dal Cnl, nelle varie Amministrazioni o nelle posizioni di Governo o di Amministrazione che hanno avuto poi allora” (Ada Gobetti , unica donna invitata ad intervenire ad un convegno organizzato nel 1968 dal Cln.)
Una ricca parte iconografica ci svelai volti di queste straordinarie donne impegnate nella guerra e arricchisce le loro parole: l’emozione visiva si unisce all’emozione di storie molto belle.
Benedetta Tobagi – LA RESISTENZA DELLE DONNE- Einaudi.