19 Dicembre 2020

Solo il sublime può aiutarci nella quotidianità della vita

Mi misi quasi a correre per rue de Rennes verso la Senna, e quando alzai lo sguardo sui palazzi mi parve che in cima a ognuno vi fosse scritta un’enorme parola in lettere nere: “Morte…morte…morte”.

Raggiunsi il fiume e salii sul ponte, e mentre guadavo giù, vidi il Louvre risplendere nel sole, e all’improvviso tutto mi apparve bellissimo…

Che fosse stata la corsa a trasformare il mio atteggiamento mentale, non saprei dirlo – o forse era stata la bellezza dell’architettura del Louvre, o l’acqua spumeggiante della Senna – ma di qualunque cosa si trattasse, d’un tratto quel fardello e quella tetraggine svanirono dalla mia mente. Ero felice e mi misi a fischiettare.

Elaine Sciolino – LA SENNA – Guanda

Fuori il cielo era elettrico, i marciapiedi arroventati, l’odore dell’asfalto disciolto si mescolava a quello della terra bagnata, l’umidità delle strade contrastava con la vividezza del cielo, era uno stato intermedio, il temporale di un’estate, lo stravolgimento di una stagione. Il tempo sembrava scorrere al contrario, con il passare delle ore la luce si faceva più intensa.

Nonostante il sole del primo pomeriggio le strade rimanevano deserte. Parigi non si offriva ai turisti. Parigi aspettava i propri abitanti, e così abbandonata la città cambiava volto, si era ritirata come si ritira il mare, si tratteneva dall’esistere appieno.

Veronique Olmi – LA PIOGGIA NON SPEGNE IL DESIDERIO – Einaudi

Laurent era immerso nel taccuino Moleskine rosso contenente decine di pagine di pensieri…a volte cancellati, sottolineati o scritti in maiuscolo. La calligrafia era elegante e scorrevole. Doveva averli annotati quando le veniva voglia, di certo al tavolino di un bar o durante i tragitti in metrò. Laurent era ammaliato da quelle riflessioni che si susseguivano aleatorie, commoventi, strambe, sensuali. Aveva aperto una porta che dava accesso all’animo della donna con la borsa color malva e anche se era un po’ scorretto leggere e pagine del taccuino non riusciva a smettere…

“Guardare qualcuno dormire è come leggere una lettera non indirizzata a te”.

Antoine Laurai – LA DONNA DAL TACCUINO ROSSO – Einaudi

Nella vita di libraio c’è una ricompensa per le corvée: le visite piacevoli, quelle degli autori e dei veri amanti dei libri. In questi momenti la vita brilla in tutto il suo splendore, la conversazione diviene frizzante e a volte dà una vera e propria ebrezza.

Adrienne Monnier – RUE DE L’ODEON – Duepunti edizioni


14 Dicembre 2020

Ecco perché Anju è la mia gemella, capisci adesso – ha concluso Sudha – . Perché è stata lei a a chiamarmi alla vita.

Ci sono altre ragioni per cui non potrei mai odiare Sudha. Una volta ne ho fatto l’elenco.

Perché è la creatura più bella che io conosca, proprio come le principesse delle favole…

Perché è capace di appoggiarmi una mano sul braccio quando io sto per prendere a calci il mondo intero per la stupidità, e il suo tocco è simile a un sorso d’acqua fresca e pulita in una giornata d’afa.

Perché crede nella magia, nei demoni e negli dei, e nelle stelle cadenti in grado di esaudire i desideri, in un modo che per me è impossibile.

Perché sa raccontare le storie meglio di chiunque altro…

Perché sono stata io a chiamarla alla vita e dunque devo fare tutto ciò che posso per renderla felice.

Chitra Banerjee Divakaruni – SORELLA DEL MIO CUORE – Einaudi

Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto,
Mi ha dato due occhi
Che quando li apro
Chiaramente vedo
Il nero e il bianco

Il punto non era che fosse sufficiente star bene per continuare a vivere. Sono il corpo e i sensi a ordinarcelo e noi eseguiamo. Ma davanti a un tramonto così bello, avvolta da quell’aria mite, mi sentivo felice. La felicità e la tristezza vanno e vengono come le onde sul bagnasciuga. Se oggi cerchiamo rifugio fra le mura di casa, arriverà anche il momento in cui sentiremo il bisogno di uscire. E’ un processo inesauribile, come le onde del mare, sia che lo stiamo ad osservare sia che cerchiamo di restare a galla. E’ la sola gioia del vivere…

“Senza neanche accorgercene abbiamo fatto un bel po’ di strada noi due, non ti pare? E ne voglio fare ancora tanta”…

Mia sorella selezionò della bella musica e inforcò gli occhiali da sole con un gesto sicuro. Scivolavamo via, con animo tranquillo, lungo quelle strade fuori mano immerse nella quiete delle case e dei campi…

Allora stavamo viaggiando per davvero, ma la nostra vita sarebbe stato un viaggio in ogni caso. Non sapevamo dove ci avrebbe portato. Un mare grande, sconfinato, dove il sogno si confondeva con la realtà, sfiorandola talvolta, e talvolta allontanandosene.

Le sorelle Donguri ci sono ancora, mormorai tra me e me.

Banana Yoshimoto – LE SORELLE DONGURI – Feltrinelli

“Il mantello di Clara Sandoval. O era un plaid. O una coperta. Mantello, plaid o coperta, non importa servono tutti a coprire, nasconder, scaldar, proteggere. Un involucro di pietà. Tanti quadrati o rettangoli uniti tra di loro, alcuni ormai sfilacciati , scintille di colore, petardi in un giorno di festa, verdi, rossi, bianchi, stampati, marrone, viola, uno nero qui, uno rosa là, stretti gli uni agli altri in un diligente lavoro di patchwork…

Non sapeva cosa fosse la vanità. Di quante persone potrebbe dirsi lo stesso? Più ci penso e più glielo devo riconoscere.

…non ha mai preteso di essere una protagonista. Arrivava dopo gli altri e non gliene importava niente. Così come accettò di essere Beth invece di Amy in Piccole Donne, così come accettò che le fotografie da mandare a Charlton Heston fossero le mie e non le sue, allo stesso modo quando scegliemmo dove costruire le nostre case…lei fu l’ultima a pronunciarsi.

Non ha mai protestato per voler essere la prima, in nessuna occasione…Una volta si lamentò che sottovalutavo la sua intelligenza, per via dei nostri aspri diverbi su diversi argomenti…

Forse non sospettava di lasciare un immenso vuoto: di risate, di facezie ,del suo grande fascino, di saper suscitare intorno a sé un’allegria contagiosa, in grado di condizionare l’umore di chi le stava vicino. Finita la sua capacità di trasformarsi in una tiranna quando si trattava di prendere decisioni drastiche, oppure in un oracolo spaventosamente profondo – una dote che serbava per le grandi occasioni: con una sola frase ci metteva a tacere tutte, costringendoci a riflettere per giorni e gironi.

“Si abbracciano/ …come le pietre e le sorelle”.

Marcella Serrano – IL MANTELLO – Feltrinelli

Radici

Sono immersa nella notte

di queste radici amare

come povere meduse

che nel silenzio si abbracciano

cieche, uguali e in piedi,

come le pietre e le sorelle…

Gabriela Mistral

Shobhaa Dé – SORELLE – TEA


Come è meraviglioso il mare…

V

come è meraviglioso il mare

inviato dalle mani di dio

a dormire sul mondo

e la terra inaridisce

la luna crolla

una a una

le stelle si polverizzano frullando

ma il mare

non muta

e procede dalle mani e

torna alle mani

ed è col sonno…

amore,

l’infrangersi

della tua

anima

sulle

mie labbra

E.E. Cummings “POESIE D’AMORE” Casa Editrice Le Lettere


Mare al mattino

Venerdì, 19 aprile 2019

Saint Jean

Mi fermerò qui. Ad ammirare un po’ anch’io la natura.

Mare al mattino, cielo senza nubi

d’un viola splendido, riva gialla; tutto

grande e bello, fulgido nella luce.

Mi fermerò qui. E che m’illuda pure di vedere

quello che guardo (che ho visto davvero un attimo

quando mi sono fermato), non le mie fantasie,

i miei ricordi, l’immagine del piacere.

Costantino Kavafis “Le poesie” Einaudi edizioni